La cerqua non manna
odore de janna.
La cerqua non manda
l'odor della ghianda.
Questa profonda riflessione in versi senari e rimati appartiene a Rossano Cacciatori; la traduzione in italiano è opera di Agostino Ciambotti, il quale lasciò inalterata la parola "cerqua", non per incapacità di renderla in italiano, ma perchè il doverla tradurre "je facìa sangue".
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29/03/2008 Altre considerazioni di Gino Taddei 'U mare è come 'u maree 'u munnu è come 'u munnu e 'n tuttu 'u mare e 'n tuttu 'u munnu 'e persone mòre p'i trai de cimento. ........Riferite da Pepperossi |
20/03/2008 Miliardi Nella prima metà degli anni '80 nacque a Cesolo il “Bar Piantoni” per accogliere gli avventori delle tre cantine in attività nei decenni precedenti.Fra i giocatori più accaniti e prestigiosi lo frequentarono Giscio de Lucarì e sòr Ugo Merlini, detto “'u Mèrlo”, che costringevano i gestori ad orari notturni massacranti. Una volta alle 4 di mattino i due in coppia stavano effettuano la “bella” decisiva a briscola in una quattrata contro due avversari rimasti dimenticati. Giscio, di mano, chiese a 'u Merlo:- Che me sciòco?- Sòr Ugo, alterato perché certo della sconfitta, lo rimbrottò in italiano perfetto e senza nessuna cadenza dialettale:-Lo chiedi a me cosa ti giochi? Ti sei giocato i miliardi senza ascoltare il parere di nessuno!- .......Riferito da Mario Perozzi |
13/03/2008 Da nonna Odilla a mamma Giovanna Cassittì cassittìogni tantu te vengo a rivirì, lo faccio có vergògna ma sai che me vesògna. .......Paolo Severini |
08/03/2008 Aneddoto datato Un gruppo di gitanti del maceratese giunti a Milano vanno in un bar per ristorarsi. Uno di loro appena portato il caffè alle labbra, ripone la tazzina nel piattino e con una smorfia di dolore commenta:-Ésto sbojènta!-Il barista gli chiede:-Español?- Ed il nostro:-No, de Passu de Treja.- |
08/03/2008 Quanno tuttu va a traèrso I cavalli son stanchi nell'umida sera...le vacche nón tira, le gajìne nón féta... ......Riferito da Giacomo Marzioni |
27/02/2008 Vòcchese Arnaldo raccontò ad un collega di lavoro come fossero veramente andate le cose quella notte in discoteca. E riferì che, seduto su di un divanetto, conversava con un amico, ma sempre ben attento a seguire la moglie che ballava a centro pista. Notò che un giovane ballerino rivolse la parola alla sua signora e da quel momento Arnaldo lo seguì con lo sguardo fino a che il giovane si diresse verso le toilettes. Fu qui che Arnaldo lo raggiunse e provocatoriamente gli chiese:- Compà, che j'hi sì ditto a quella fémmena che è rmasta tanto male?- - Gli ho dittu se me lu portava a piscià- fu la brutale risposta.E così concluse la narrazione:-Je t'ho datu tre o quattro vòcchese!- ......Riferita dal geometra Massimo Boldrini |
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